Le guerre si somigliano tutte. O no?

Mi capita davvero di rado di essere contestato, anche sui social (e di questo, beninteso, ringrazio ognora il cielo).
Sulla carta, pur potendo sostanzialmente dire altrettanto, in questi quasi vent’anni ci sono state talvolta lettere di lettori di ToscanaOggi critici verso una vignetta, una volta perché non si addicono a un giornale cattolico, altre volte perché ‘cattocomuniste’.
Ogni volta, però, attraverso la soglia dell'”ora gli scrivo“, si può intuire quale sia il tema più divisivo del momento (l’immigrazione, quasi sempre). Non sorprende quindi che adesso sia diventato la guerra.
E sì che mi sembrava che dire che i paesi guerra si somigliano tutti fra loro, come i muri e le tombe fosse un punto di vista perfettamente condivisibile da questo particolare pubblico, e in qualche modo è quello dello stesso di Papa Francesco lì a fianco, alla cui sinistra del pulpito sono onorato di stare ogni settimana (non ci telefoniamo, prima).
Ma non ci facciamo più mancare nemmeno la ‘battaglia’ fra i pacifismi: siccome Putin é russo, e i russi erano sovietici, allora deve sempre entrarci un sguardo novecentesco, con tutta la sua tragedia: Putin ha un po’ di ragione perché la Nato di qua, la Nato ha un po’ di ragione perché i comunisti di là. E quindi: le guerre sono tutte uguali tranne una, perché quella in Ucraina è fatta da chi in fondo in fondo è ancora “socialcomunista”.
Persino constatando (e non era mia intenzione: ho scelto una lista di paesi a caso nella mia memoria di paesi in conflitto) che le guerre elencate vedono tutte, tutte, un ruolo preponderante dello stesso attore: la Russia.
Per mia somma fortuna c’è sempre un Direttore che risponde meglio di me:

 

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