Oggi che tutti sfoggian verso e rima
Pel padre dell’idioma omagg?are
voglio accodarmi anch’io con quel che prima
Ebbi occasion di scrivere e vergare
E che dal web ancor non sia corrotto:
Quest’è Manente, ch’ebbi a disegnare
Pel viaggio che ‘l Cardini sommo dotto
Volle intraprender con seco ‘l mio tratto.
Questo mio qui fu perciò per lui prodotto
—
E Farinata fu non l’unico ritratto!
né l’ultimo che incontro in questo viaggio,
tutto quest’anno avrò, e già son stupefatto
Di tanto onore, e di quant’ho coraggio.
E ‘l primo passo ch’ebbi a fare con tanto…
…Duca, direi -ma dirmi Dante è oltraggio-
E’ questa coppia avvinta in sì tal pianto
Ch’amor racconta ancor a chi ama i versi
Della Comedia, galeotta, e quanto!
—
Ma anche altre rime un’altra volta offersi
Da quello stesso Canto dell’Inferno
prese e distorte, sanza mai spiacersi,
Per dir di quella volta che un governo
Tecnico volle affrontar sì tanta crisi
Che solo paragone ne è il moderno.
Quivi Fornèr, Bersan, Alfano irrisi
Usando i versi in sommo sacrilegio
Tanto che poscia, per decenza, smisi.
—
Ed ecco la terza volta in cui mi pregio
Di accompagnare l’affabulazione
Dotta e vivace del professor egregio
Non starò a dirvi adesso l’emozione
Nell’incontrare Ulisse, nientemeno,
Uomo ch’è mito, per acclamazione!
E non da solo, e però reso appieno
Portanto Dante a Genova, sul mare
Ad ascoltar – tu pensa- un saraceno!